lunedì 15 dicembre 2008

Aumenti della bolletta dell'acqua in vista?

Crisi idrica, acqua all'arsenico, fognature fatiscenti. Al vero sfacelo nella gestione del sistema idrico integrato nella Provincia di Roma, l'Ato 2 e ACEA rispondono chiedendo ai sindaci di aumentare la bolletta. Non importa se siamo alle soglie della peggiore crisi finanziaria dal dopoguerra ad oggi; non importa se la salute dei cittadini viene messa a rischio con acqua contaminata da arsenico ed altri metalli. Al gestore privato interessa solo fatturato, tariffa e profitti da mettere a bilancio. Questo è il risultato della privatizzazione della nostra acqua.
L'ACEA propone un aumento del 6,09% (4,59% di aumento più l'1,5% per compensare i mancati introiti decisi da una sentenza della Corte Costituzionale, che ha stabilito che non sarà possibile far pagare la depurazione se questa non viene fornita).
La documentazione relativa agli aumenti , è stata inviata ai sindaci pochi giorni prima della Conferenza, impedendo così di discutere nei Consigli Comunali le decisioni che dovranno essere prese.
La democrazia degli Enti Locali, il potere dei nostri rappresentanti è di fatto subordinato al potere di decisione delle Società per azioni. La democrazia si è liquefatta. Noi cittadini abbiamo votato i consiglieri comunali e non i consiglieri di amministrazione di ACEA: vogliamo quindi che siano i consigli comunali a decidere sulle tariffe dei servizi pubblici locali.
La Corte Costituzionale ha deciso recentemente che è illegittimo chiedere una tariffa per un servizio di depurazione se questo non viene servito. Sembra una norma di buon senso, ma la legge Galli - che concepì l'attuale sistema di gestione dell'acqua - prevedeva che il servizio di depurazione dovesse essere pagato comunque. Ora di fronte ad una sentenza importantissima, che stabilisce un principio di giustizia, la segreteria tecnica operativa dell'ATO 2 propone di compensare il mancato guadagno del gestore privato con un aumento tariffario. Non solo. Isoldi fino ad oggi pagati dai cittadini per la depurazione delle acque dovevano essere versati in un fondo separato: ora l'ATO 2 è costretto ad ammettere che questo fondo non è mai stato istituito. Cosa accadrà quando i cittadini chiederanno indietro i soldi per un servizio mai fornito? Perchè il fondo non è mai stato istituito?
La gestione privata che sottrae ai comuni l'acqua non ha mai comportato il miglioramento del servizio idrico. I problemi che avevamo prima continuano anche adesso, con più una tariffa che si vuole aumentare senza alcuna discussione nei Consigli Comunali, con i Sindaci che possono esprimere solo un parere.
Noi non vogliamo che venga finanziata la speculazione sull'acqua e sui servizi pubblici.
Vogliamo sapere come il sindaco di San Cesareo intenda impedire l'ennesimo danno a spese dei cittadini.

Daniele Baccarini
circolo Sinistra Democratica
di San Cesareo

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