martedì 25 novembre 2008

L’ORO DI ROMA

In questi mesi i cittadini romani hanno spesso dato vita a forme di protesta: se si facesse la raccolta differenziata, dicono, non ci sarebbe bisogno di bruciare tutto. La discarica di Malagrotta è la più grande d'Europa, ci finiscono dentro i rifiuti di Roma, Ciampino, Fiumicino e della Città del Vaticano. Appartiene alla società E. Giovi di Francesco Rando, mentre il capitale è dell'avvocato Manlio Cerroni: il monopolista romano dello smaltimento dei rifiuti.
Nella zona di Malagrotta, oltre alla discarica e al futuro gassificatore ci sono: un inceneritore per i rifiuti ospedalieri, una raffineria e quattro impianti per lo stoccaggio dei carburanti. Tutte strutture che secondo la legge “Seveso 2” del 1999 vanno monitorate anche perché secondo l'Arpa le condizioni della falda e dei corsi d'acqua della zona sono pessime. Il gassificatore di Roma, che è ancora sotto collaudo e che è finito in questi giorni sotto l’occhio della magistratura, è costato a Manlio Cerroni 350 milioni di euro, la metà recuperati con il contributo dello stato sul Cip6 e smaltirà fino a 500 tonnellate di combustibile da rifiuti al giorno e genererà energia per 36 megawatt che verranno venduti sul mercato.
L'Unione europea aveva emanato nel ‘99 una direttiva in base alla quale avrebbero potuto essere smaltiti solo rifiuti pretrattati, cioè quelli scartati dalla raccolta differenziata. Ma da noi la direttiva Ue viene trasformata in decreto nel 2003 e applicata solo nel 2005. E comunque fino al 2008 le discariche italiane, in barba all’Ue, hanno continuato a smaltire rifiuti indifferenziati grazie al meccanismo delle proroghe. Malagrotta è in proroga dal 2005 e dovrebbe essere chiusa il 31 dicembre del 2008. Nel piano regionale di Marrazzo, si prevede che al suo posto, venga individuata un'altra discarica, sempre di proprietà di Manlio Cerroni.
A Roma l'Ama, l'azienda municipalizzata che si occupa dei rifiuti, non gestisce alcuna struttura di peso nel ciclo dello smaltimento. Confronto con Berlino, una città che ha più abitanti di Roma, dove la differenziata raggiunge il 41% e dove le discariche anziché aprirle si chiudono.
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giovedì 13 novembre 2008

INFORMAZIONE e DEMOCRAZIA

VENERDI' 21 NOVEMBRE ore 18:30
TEATRO COMUNALE, Via Garibaldi

Grottaferrata (RM) ( ex teatro Sacro Cuore)
conferenza-dibattito su
INFORMAZIONE e DEMOCRAZIA
presentazione del progetto Pandora
GIULIETTO CHIESA
giornalista ed europarlamentare
conduce Enrico Del Vescovo
Organizza: Associazione Culturale Alternativ@Mente, www.alternativamente.info

venerdì 7 novembre 2008

REVIVAL NUCLEARE

Coerentemente al clima di revival nucleare che il nostro paese sta vivendo, ieri i giornali riportavano con evidenza il via ufficiale al cantiere slovacco per il completamento di due reattori nucleari. Sembrava quasi che non si parlasse di Slovacchia ma di Italia e che per il nostro paese si trattasse del ritorno ufficiale al nucleare, dopo il referendum del 1987. Dunque "una scelta strategica ed industriale", quella di Enel, di grande importanza per il nostro paese, ormai deciso a non perdere il treno del rilancio mondiale del nucleare. In realt, guardando ai fatti, parlare di rilancio o di rinascimento nucleare assolutamente falso. In settembre, il giorno 11 per l'esattezza, l'Agenzia Internazionale per l'energia Atomica (IAEA) ha diffuso un aggiornamento sulla situazione mondiale dei reattori civili (2008 World nuclear industry status report - [1]http://www.iaea.org/NewsCenter/News/2008/np2008.html) in cui pur pronosticando un aumento della produzione elettrica nucleare nel 2030, l'IAEA ha dovuto ammettere che nel 2007 la quota di energia elettrica nucleare scesa dal 15% al 14% (in Italia i sostenitori parlano ancora del 16%, valore relativo al 2005). Considerando l'Unione Europea, il calo ancora pi drastico, pari al 6% rispetto all'anno precedente, ovvero 60 TWh (miliardi di KWh) di corrente in meno, equivalenti pi o meno alla produzione annua di una decina di reattori. Come mai questo calo? Innanzitutto le sette unit della centrale di Kashiwazaki, in Giappone, sono bloccate da luglio 2007, quando un terremoto colp quella zona; sei reattori in Germania sono in manutenzione e diverse unit francesi sono anch'esse state sospese per alcuni problemi emersi negli apparati di generazione del vapore, con effetti anche nel 2008. A questi problemi si aggiunge il fatto che nel 2007 nessun nuovo reattore entrato in funzione mentre altre fonti sono cresciute, 19.865 i MW installati solo nell'eolico (Fonte Global Wind Energy Council). E il futuro? L'impianto russo di Balakovo 5 stato annullato. Dei 36 reattori attualmente in costruzione 11 risultano in questo stato da almeno venti anni, l'unico reattore statunitense di cui si ripresa la costruzione nel 2007 era stato iniziato nel 1972. Quindici impianti non hanno una data prevista di stat-up. Insomma non esattamente un quadro esaltante. Fra il 2004 e il 2007 sono stati completati 14 reattori, tutti in Asia ed Europa dell'Est dove i tempi di costruzione sono stati molto lunghi: i 4 reattori dell'est hanno impiegato dai 18 ai 24 anni per essere completati. In sostanza solo Russia, Cina ed India sono lanciati nel nucleare, ma va detto che si tratta di paesi con grande richiesta di energia che si stanno rivolgendo verso tutte le fonti disponibili (L'India nel 2007 ha installato 7.800 MW di eolico e la Cina 5.900 MW, in Italia 603). Tornando alla nostra multinazionale elettrica, che ha deciso di terminare i due reattori della centrale slovacca di Mochovce va fatta qualche sottolineatura. Innanzitutto la spesa: per completare i due reattori di potenza complessiva di 880 MW sono preventivati 2 miliardi e 775 milioni di euro, (per una centrale termica in cogenerazione di analoga potenza ci vuole un terzo di questa cifra), se ne tenga conto quando si parla dei costi del nucleare. Soldi che non arriveranno da alcun prestito perch ancor prima dell'attuale crisi finanziaria nessuna banca aveva accettato di finanziare questa opera (neppure Intesa San Paolo). Le azioni di Slovenske Elektrarne perci sino al completamento dell'opera non genereranno alcun profitto, cosa poco simpatica per Enel in un momento come questo in cui deve contare sulle proprie entrate di cassa visto che la "leva finanziaria" si rotta. Dovr pertanto rinunciare a qualche investimento come ha ammesso l'amministratore delegato dichiarando che: " necessaria una maggiore prudenza sui nuovi investimenti"(MF). Speriamo non siano investimenti nelle fonti rinnovabili. La verit che Enel sta facendo buon viso a cattivo gioco, il completamento di Mochovce era uno dei "prezzi" del piano di acquisizione di Slovenske Elektrarne ed ora viene "venduto" come biglietto da visita all'opinione pubblica italiana in linea con l'orientamento governativo di costruire 4/5 nuove centrali nucleari (ieri la Camer ha approvato la creazione della nuova Agenzia per la sicurezza del nucleare). Oggi, solo per fare un esempio, con 2 miliardi e 775 milioni di euro si impiantano 2.000 MW di eolico, un sistema che come altre rinnovabili, genera pi energia, pi posti di lavoro e maggior riduzione di emissioni di CO2 del nucleare, il quale rappresenta il vecchio non il futuro. Del resto i due "nuovi" reattori slovacchi VVER ( acronimo di Vodo-Vodyanoy Energetichesky Reaktor reattore energetico ad acqua pressurizzata) sono frutto della tecnologia sovietica degli anni Settanta e i lavori furono sospesi 15 anni fa per mancanza di finanziamenti. Venderli per "nuovi" opinabile. Roberto meregalli [[2]roberto@beati.org] Beati i costruttori di pace - Retelilliput Maggiori info sul nucleare su: [3]http://www.beati.org/nuclearecivile

mercoledì 5 novembre 2008

LA SINISTRA CONTRO I PRIVILEGI

Il circolo di san Cesareo di Sinistra democratica invita tutti i cittadini a firmare per il referdum contro il lodoAlfano presso il banchetto organizzato per domenica 9 novembre, dalle ore 9.00 alle ore 12,30 in piazza G. Cesare.Sinistra Democratica Circolo di San Cesareo